Le imprese di fronte ai danni diretti degli aumenti e a quelli indiretti legati alla contrazione dei consumi.
Le proposte CNA per un intervento immediato: riduzione dell’iva per i privati, congelamento dei margini delle multiutility, attenzione alle speculazioni, a cominciare dal costo delle rinnovabili

 

Il problema del rincaro dell’energia elettrica si sta facendo pesantemente sentire non solo sulle imprese manifatturiere, ma anche sul mondo del commercio, dello sport, dei servizi alla persona, del turismo e della ristorazione.

Un impatto negativo diretto, sotto forma di rincaro delle bollette – in alcuni casi sono stati registrati aumenti di oltre il 300%, ma anche indiretto.

“Se le vendite natalizie e anche l’inizio dei saldi era andato bene – commenta Benedetta Spattini, presidente di CNA Commercio – ora l’arrivo delle bollette ed il rincaro generalizzato dei prezzi ha letteralmente congelato le vendite”.

“Queste difficoltà, queste incertezze, unite alla paura e alle difficoltà logistiche legate alla pandemia (molte imprese piccole imprese, ad esempio ristoranti, sono addirittura chiusi per la mancanza di personale) stanno mettendo in ginocchio molte piccole imprese. È una vera e propria situazione di emergenza che necessità di interventi appunto emergenziali”, sottolinea Spattini.

CNA Modena individua queste misure in alcuni interventi immediati. Innanzitutto, per i privati, la riduzione sull’IVA praticata su gas ed energia elettrica, che per due mesi potrebbe essere portata al 5% (attualmente è al 10%). Una misura che comunque non avrebbe alcun impatto sulle imprese.

Sarebbe invece utile per tutti, proprio in considerazione della straordinarietà di questo momento, che le multiutility del territorioHera ed Aimag su tutte, entrambe a maggioranza pubblica – riducessero al minimo i margini applicati sui prezzi dell’energia, creando una sorta di mercato tutelato temporaneo. Uno sforzo necessario per contenere gli effetti di una crisi che potrebbe portare alla chiusura di numerose imprese più di quanto non abbiano fatto i lockdown affrontati per contenere la pandemia.

Di certo è necessario che il Governo vigili sulla determinazione dei prezzi e su eventuali speculazioni, a cominciare dall’andamento del prezzo dell’energia rinnovabile, che vale circa il 45% del mercato dell’elettrico (più il 3% legato al nucleare e il 2% ad altre fonti) e che non risente certo del costo delle forniture, nuvole permettendo…

“Purtroppo – conclude Spattini – stanno venendo al pettine i nodi legati ai mancati interventi da noi sollecitati da tempo per garantire l’equità del sistema distributivo dell’energia, in particolare quella elettrica, che oggi vede le piccole imprese pagare più del doppio rispetto alle industrie per questa fondamentale materia prima. Ecco perché oggi più che mai è quindi necessaria una rapida e drastica riforma della struttura della bolletta, così da garantire una distribuzione più equa degli oneri generali di sistema tra le diverse categorie di utenti e legata all’effettivo consumo”.