Negli ultimi tempi sono state diffuse, attraverso il web e altri canali, informazioni riguardanti un dispositivo di filtraggio presentato come una soluzione “adeguata” per consentire lo scarico a parete dei generatori a biomassa e migliorarne addirittura la classe di prestazione ambientale, come definita dal D.M. 186/2017. Il costruttore di tale dispositivo sostiene che, essendo stato certificato, debba essere considerato conforme alle disposizioni legislative e normative vigenti.

A tutela delle imprese del settore, CNA Installazione e Impianti e le altre Associazioni di categoria hanno ritenuto necessario chiarire, attraverso una lettera, alcuni aspetti fondamentali per evitare fraintendimenti e possibili responsabilità per le imprese installatrici.

In particolare, all’interno della comunicazione alle imprese associate, si ricorda che la certificazione di un prodotto non è sufficiente per derogare alle norme di legge. Un dispositivo certificato per determinate caratteristiche tecniche non può essere utilizzato per eludere le disposizioni normative vigenti, come l’obbligo di scarico sopra il tetto imposto dal D.P.R. 412/1993 per i generatori a biomassa.

Le imprese installatrici restano le uniche responsabili della corretta realizzazione degli impianti nel rispetto della normativa vigente. Affidarsi esclusivamente a un certificato o attestato fornito dal costruttore, senza verificare il rispetto della legge, può esporre l’impresa a sanzioni, contenziosi e gravi responsabilità civili e penali.

Le Associazioni segnalano inoltre che la classificazione delle prestazioni ambientali di un generatore è di esclusiva competenza del costruttore. Se un’impresa installa un componente che modifica il funzionamento del generatore, assume il ruolo di nuovo costruttore, con l’obbligo di certificare il prodotto risultante e di assumersene tutte le responsabilità.

Infine, si evidenziano criticità tecniche relative al tiraggio dei fumi, alla sicurezza del sistema e all’impatto ambientale dello smaltimento delle acque di filtraggio, che possono contenere sostanze classificate come rifiuti speciali non pericolosi.

Alla luce di queste problematiche, le scriventi Associazioni stanno valutando di intraprendere azioni di segnalazione alle Autorità competenti per garantire la corretta applicazione delle normative e tutelare le imprese del settore.

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