È di questa settimana la notizia che tutte le scuole statali e tutte le scuole comunali dell’infanzia hanno confermano la chiusura delle porte agli esperti, almeno fino a dicembre. Una notizia che preoccupa non poco le tante e i tanti operatori che operano nei settori della divulgazione scientifica, dell’educazione e della cultura, poiché di fatto, tra lockdown prima, norme anticovid poi e questa chiusura, le imprese e i professionisti di questo importante settore, nel 2020 si ritroveranno ad aver lavorato appena per una sessantina di giorni.  Si tratta, ad avviso di CNA Modena, si una situazione economicamente, socialmente e culturalmente inaccettabile:

Non vorremmo sentire parlare, un domani, di generazione Covid – ammonisce il presidente dei Giovani Imprenditori di Cna Modena Lapo Secciani – e per questo servono interventi immediati, per le imprese e per i fruitori dei servizi erogati dai professionisti coinvolti in questa attività.  Una situazione che costituisce un enorme vulnus educativo e culturale in grado di creare danni irreparabili da un punto di vista economico e sociale – continua Secciani – stiamo parlando di un settore, quello della divulgazione scientifica, dell’educazione e della cultura che impiega principalmente giovani e spesso donne, due categorie che la politica, a più riprese ha detto di voler tutelare e valorizzare, salvo dimenticarsene nei fatti. Peraltro, parliamo di persone con un livello culturale altissimo, in possesso di lauree e dottorati, conseguiti in quelle materie che, in un mondo sempre più improntato su tecnologia e scienza, sono determinanti.

Non permettere a questo settore di ripartire rischia di distruggere un humus culturale indispensabile per formare le nuove generazioni in modo adeguato alle sfide del domani, prima ancora che danneggiare l’economia: senza gli esperti esterni la scuola si troverà senza formatori capaci di insegnare ai giovani competenze sempre più fondamentali.

Il governo ha messo in campo, attraverso bandi quali ad esempio EduCare o STEM2020, diversi finanziamenti per attività educative volte a colmare il vuoto lasciato dalla didattica a distanza, ma ciò non è sufficiente per tenere in piedi questo settore se, come abbiamo appreso, i bandi già assegnati hanno ricevuto una proroga d’ufficio che sposta al 2021 la realizzazione dei progetti.

Il paradosso è che se da un lato è stato bloccato l’accesso agli esperti esterni per contenere i possibili contagi, dall’altro si permette ai ragazzi di svolgere qualsiasi attività al di fuori di essa, così i ragazzi possono liberamente andare a fare sport, piuttosto che seguire lezioni di musica, di ballo, di canto.

Ci aspettiamo di incontrare la politica per discutere di questa delicata situazione – afferma Secciani – da parte nostra siamo pronti a portare proposte e soluzioni per evitare un danno culturale incalcolabile.