Clamorosamente insufficiente. Così CNA sul nuovo Decreto “sostegni”, di cui la stampa specializzata ha dato le prime anticipazioni. “È incomprensibile – commenta Alberto Papotti, segretario provinciale di CNA Modena – come si sia dato un colpo di spugna a quanto accaduto nel secondo semestre 2021. I ristori, infatti, si concentrano sul calo del fatturato registrato nel bimestre gennaio-febbraio, quando molte attività viaggiano a ritmi ridotti anche in una situazione di normalità. Ma ci si dimentica di dicembre 2020, tanto per dire, mese in cui sono numerosi gli esercizi (pensiamo al commercio, alla ristorazione) che realizzano gran parte del loro fatturato annuo, e mese in cui sono stati diversi i giorni di chiusura”.

Anche l’importo del ristoro è davvero risibile: dal 10% al 20% della differenza di fatturato, che dovrà essere di almeno due terzi, tra il bimestre gennaio/febbraio 2021 rispetto a quello 2019, con un rimborso minimo di 1.000 euro per le persone fisiche e di 2.000 per le società. Significa che una lavanderia industriale che in questi due mesi avesse fatturato 10.000 euro nel 2019 e 3.000 nel 2021, riceverebbe un rimborso di 1.400 euro, che arriverebbero a 2.000 appunto per raggiungere l’importo minimo. Queste le cifre in gioco, palesemente insufficienti a compensare la reale perdita di fatturato”.

L’unico aspetto positivo del decreto è il superamento dei codici ateco, da noi più volte richiesto. Ma il meccanismo disegnato dal decreto, trascurando due mesi come novembre e dicembre, significa che non si sono volute cogliere le necessità delle piccole imprese di comunità, quelle che stanno pagando il prezzo più elevato alle conseguenze economiche della pandemia”, conclude Papotti.