CNA esprime soddisfazione per l’approvazione in via definitiva, da parte del Senato, del disegno di legge delega per l’attuazione delle nuove direttive comunitarie in materia di appalti e concessioni.

Il testo approvato – si legge in una nota stampa della CNA – si muove in coerenza con le indicazioni strategiche delle direttive e conferma tutte le priorità in esse contenute: semplificazione, riduzione degli oneri, uso strategico degli appalti e, soprattutto, facilitazione all’accesso per le PMI.

Proprio sul tema della facilitazione dell’accesso agli appalti, CNA si è mobilitata affinché non ci si limitasse ad una operazione di facciata, ma si arrivasse invece ad un effettivo cambio di passo. Suddivisione in lotti, regolamentazione dei subappalti e pagamento diretto dei subappaltatori, uniti ai frequenti richiami alla necessità di garantire processi semplificati e trasparenti – sottolinea la nota di CNA – rappresentano le traiettorie alle quali dovrà attenersi la futura regolamentazione del mercato degli appalti pubblici.

La regolamentazione che ci aspettiamo, dovrà muoversi in assoluta coerenza con questi richiami alla semplificazione e alla trasparenza. Dobbiamo assolutamente evitare di ritrovarci, alla fine, nell’ennesimo, intricato, labirinto di disposizioni bizantine, manna per pochi specialisti – o presunti tali – ma di sicuro vero e proprio veleno per le piccole imprese.

Con la stessa chiarezza – conclude la nota – sottolineiamo la necessità di mettere mano e di rettificare quello che consideriamo un vero e proprio vulnus presente nel testo approvato, per superare le possibili discriminazioni a danno di contratti collettivi che dovranno essere applicati ai lavoratori delle imprese assegnatarie degli appalti, che sebbene sottoscritti da soggetti pienamente legittimati, rischiano di essere vanificati in caso di utilizzo irresponsabile della formula della clausola sociale. La legge delega sulla riforma del codice degli appalti, approvata in via definitiva dal Senato, agevola la partecipazione agli appalti da parte delle piccole imprese. Bisogna tuttavia sottolineare che, incomprensibilmente, contiene anche misure che rischiano di azzerare qualsiasi aspetto positivo per le imprese artigiane, ed in particolare per quelle che operano nel settore della pulizia.

“Avevamo più volte segnalato durante l’esame del provvedimento alla Camera – ha dichiarato Francesco Gennarielli a nome delle imprese artigiane di pulizia associate alla CNA – la necessità di modificare, per gli appalti pubblici di servizi ad alta intensità di manodopera, la misura che prevede, per ciascun comparto merceologico o di attività, un unico contratto collettivo nazionale di lavoro, trascurando qualsiasi criterio di rappresentatività dei soggetti che sottoscrivono i CCNL”.

“Il settore delle imprese artigiane di pulizia, dopo un lungo confronto tra le parti – ha proseguito Gennarielli – ha recentemente rinnovato il proprio contratto nazionale, introducendo importanti novità per i lavoratori del settore, quali le prestazioni erogate dagli strumenti bilaterali di sostegno al reddito e di sanità integrativa, che concorrono a costruire un qualificato ed innovativo sistema di welfare contrattuale. In base alla nuova legge delega appena approvata c’è il rischio (concreto) che le imprese artigiane di pulizia, per partecipare ad un appalto pubblico di servizi, siano costrette a rinunciare al proprio contratto di categoria, che da sempre ne tutela e valorizza la specificità, e a sostituirlo con un contratto pensato per altre realtà”.

“Per tutti questi motivi e per scongiurare questa norma palesemente discriminatoria e incostituzionale – ha concluso Gennarielli – CNA Imprese di Pulizie ritiene assolutamente necessario riconoscere, nella fase di messa a punto dei decreti attuativi, la validità piena di una pluralità di CCNL nello stesso settore merceologico, purché siano stati stipulati da soggetti dotati della necessaria rappresentatività sul piano nazionale”.