Il centro urbano di Modena negli ultimi tempi è sicuramente migliorato: più animato, più dinamico, più teatro della vita della comunità. Rimangono, però, diverse criticità rappresentate dai troppi edifici di valore storico ed architettonico vuoti, sia in centro che in prossimità dello stesso. Infatti, la caserma Fanti, il vecchio distretto militare e per certi versi anche il sant’Agostino, potrebbero sicuramente rappresentare degli ulteriori volani di sviluppo ed attrattività per la città. A patto, però, di fare uscire da quell’ambito ristretto ed elitario, a cui sino ad oggi è stata confinata l’opportunità “cultura”, un fattore di sviluppo economico, oltre che – appunto – culturale. Soprattutto, non bisogna limitarsi a discutere, come è stato fatto in questi anni, degli aspetti strutturali e edilizi del patrimonio storico-architettonico ma è opportuno condividere con la comunità la programmazione ed il senso degli investimenti che si dovrebbero mettere in campo in questo ambito.
Il Sant’Agostino. È ovviamente positivo il fatto che venga ristrutturato, ma meno positive sono altre valutazioni. La prima ha a che fare con i ritardi dell’intervento: da ormai quarant’anni si parla di una struttura che non può essere considerata a sé stante, ma che andrebbe inserita nel contesto di una piazza con un parcheggio (da eliminare), prospiciente un altro edificio storico, il palazzo dei Musei. Un pezzo di Modena che rappresenta – storicamente e idealmente – una porta della città, funzione però completamente dimenticata. Per quanto ci riguarda, valutiamo positivamente anche il fatto che si sia rinunciato al trasferimento della Biblioteca Estense, ma la considerazione critica relativa al Sant’Agostino (e che riguarda anche altri importanti edifici) è come si continui a guardare al contenitore, prima che al contenuto. Immancabilmente, ciò si traduce in querelle urbanistiche, come quelle che vedono coinvolte da anni l’Amministrazione comunale ed Italia Nostra, che rischiano di essere l’unico aspetto del problema. Da parte nostra riteniamo che una delle destinazioni d’uso per il Sant’Agostino possa essere quella di un centro di longlife earning come quello di Horlsom, cittadina danese dove è stato realizzato un centro culturale per l’apprendimento, l’istruzione e la conoscenza adatto a tutte le fasce di età. Così non è stato, e ce ne dispiace. Anche perché è sui temi della programmazione, più che sui “muri”, che dovrebbe essere coinvolta la città. Ad esempio, ci chiediamo, passando al condivisibile progetto di digitalizzazione recentemente presentato e che darà alla Biblioteca Estense un’ulteriore eccellenza: cosa porterà, in termini concreti, al pubblico, alla collettività locale, questa digitalizzazione? E in questa attività, è possibile un coinvolgimento di imprese locali?
Di certo, ciò che serve, e che in questi anni è sempre mancato, è una campagna di informazione-comunicazione di ciò che accadrà nell’area Sant’Agostino-Palazzo dei Musei, ma anche di cosa è in programma al Mata, ad esempio, o delle prossime iniziative della Fondazione Arti – Visive. Riteniamo che la condivisione e l’informazione rappresenti l’unica strada per fare della cultura uno strumento che guarda alla realizzazione e promozione dei contenuti e non alle mere disquisizioni sui contenitori. Perché, a ben vedere, proprio questo è stato uno dei fattori di successo del festival della Filosofia.
Caserma di Sant’Eufemia e campus universitario. Nei giorni scorsi abbiamo appreso del progetto di realizzare, nella ex caserma dei Carabinieri di via Sant’Eufemia, uno studentato. Un intervento che non risolverà, se non parzialmente, il problema dell’alloggio degli studenti. A questo proposito ribadiamo l’esistenza di un progetto in project financing per il completamento del campus di via Campi con la realizzazione di residenze universitarie per 480 posti letto che potrebbero dare un contributo determinante in questa direzione.
Ex Distretto Militare. Il recupero e riuso di questi patrimoni immobiliari possono contribuire a dare maggiore attrattività al Centro storico. Rispetto all’ex Distretto, un’idea potrebbe essere quella di insediarvi un hub per l’artigianato digitale, un tipo di attività che non necessita di particolari strutture, se non di una buona accessibilità. Una idea coerente con un assunto che riteniamo fondamentale: anche le attività artigiane e produttive possono contribuire notevolmente alla rivitalizzazione e all’attrattività della città.