Perdita del 10,5% della produzione e del 9,8% degli investimenti, calo dell’11,1% dei bandi di gara e del 3,3% degli investimenti dei comuni (dato provvisorio).

Dati provenienti da più fonti offrono un sintetico cruscotto con i primi macro-dati sui danni che il Covid-19 (prevalentemente) ha causato ai settori delle costruzioni, dell’edilizia e dell’immobiliare nell’anno appena archiviato. Bandi di gara a -11,1%, con effetto Dl Semplificazioni

Complessivamente, il 2020 ha fatto registrare un calo dell’11,1% dei bandi di gara, bilanciato da un forte incremento dei valori (+28,7%) dovuto ad alcune maxi-gare di importo elevato, alcune delle quali riguardano accordi quadro.
La suddivisione per fasce conferma l’idea che il venir meno dei bandi sia in molti casi in realtà un venir meno della pubblicazione dei bandi, consentita da luglio dal Dl Semplificazioni per le procedure negoziate fino a 5,5 milioni di importo.

Tra gli enti appaltanti RFI è l’assoluto protagonista del 2020, con 12,2 miliardi di euro di bandi mandati in appalto, pari al 30% dell’importo complessivamente posto in gara nell’intero 2020 (40,5 mld). L’ultimo mese di dicembre, conferma il trend complessivo di riduzione delle pubblicazioni, con un calo tendenziale del 9% divenuto progressivo e costante a partire da luglio, mese di entrata in vigore del Dl semplificazioni.

Anche a dicembre gli importi crescono del 18,4%, grazie alla pubblicazione di maxi -bandi: i 2,4 miliardi mandati in appalto dal’Anas (40% del valore totale mensile), i 513 milioni di RFI, i 639 milioni di Snam (costruzione di gasdotti, reti di distribuzione e centrali di compressione per 639mln) e i 160 mln di euro di Ferrovie Nord (collegamento ferroviario Malpensa T2 – linea RFI Sempione, per 160 mln). Ovviamente, i numeri riguardano i bandi. Occorrerà capire quanti di questi si trasformeranno – e in che tempi – in cantieri.


Produzione nelle costruzioni in crescita

Proprio mentre i bandi sono diminuiti la produzione nei cantieri è aumentata. A dirlo è l’Istat, che nell’ultima rilevazione su ottobre 2020, registra un +1,6% tendenziale. Complessivamente però, nella media dei primi dieci mesi dell’anno, il bilancio rimane negativo, con una diminuzione del -10,5% nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente.


Investimenti in costruzioni, contrazione del 9,8% (per ora)

Anche l’andamento degli investimenti in costruzioni è in progressiva ripresa. Tuttavia, anche in questo caso, la forte crescita registrata nel terzo trimestre dagli investimenti in costruzioni (+45% rispetto al secondo trimestre 2020 e +4,8% nel confronto con il terzo trimestre del 2019) non ha comunque compensato le perdite subite nei due trimestri precedenti: -27,1% nel secondo trimestre e -7,3% nel primo trimestre. Conclusione: nei primi nove mesi del 2020 registrano una decisa contrazione del -9,8%».
Dalla segmentazione dei settori si ricava che le opere pubbliche, in virtù della dinamica positiva registrata nel secondo semestre, chiudono l’anno con un +1,1%In negativo, invece, il comparto del recupero abitativo (-13,9%) e le nuove abitazioni (-7,4%).
Si aspetta e si spera che il 2021 veda un rimbalzo dell’8,3% grazie soprattutto alle opere pubbliche (+7,5%) e al recupero abitativo (+14%).


Spesa dei comuni italiani, perdita limitata a -3,3%

L’andamento della spesa per investimenti dei comuni italiani, nei primi 9 mesi dell’anno, registra una riduzione tendenziale del 3,3%, risultato della forte contrazione registrata nel secondo trimestre dell’anno in corso, dovuta agli effetti negativi della chiusura dei cantieri nella fase di lockdown e alle difficoltà legate all’emergenza Covid-19. L’andamento risulta in miglioramento nel III trimestre dell’anno, sebbene i livelli siano ancora negativi rispetto all’anno precedente.


Mutui immobiliari, male il residenziale (-8,4%), bene il terziario (+41,4%)

Citando i numeri della Banca d’Italia, i prestiti alle imprese di costruzioni nei primi 9 mesi del 2020 mostrano variazioni ancora negative sui finanziamenti per investimenti residenziali: -8,4% rispetto ai primi 9 mesi 2019. Invece, per i finanziamenti in edilizia non residenziale, dopo un 2019 fortemente negativo (-27,4%), nei primi 9 mesi del 2020 i dati mostrano un incremento di erogazioni del 41,4% dovuto all’aumento registrato tra marzo e settembre 2020 (anche grazie al potenziamento del fondo di garanzia per le PMI).

In aumento anche i mutui casa per le famiglie: +4,2% nei primi 9 mesi, sebbene una quota importante sia rappresentata da surroghe e sostituzioni di mutui. Al netto di tali tipologie di finanziamento, i “nuovi mutui” per le famiglie diminuiscono, nei primi 9 mesi 2020, del 6,9%.


Ore lavorate, -16,8% tra gennaio-settembre 2020

La “prova del nove” dell’attività edile è il numero di ore effettivamente lavorate, dato raccolto ed elaborato dalle casse edili/edilcasse. Un dato anche questo in ripresa a partire da settembre, dopo i crolli senza precedenti dei mesi più neri del lockdown.
In base a una rilevazione condotta su 114 casse edili, a settembre 2020 il numero di ore lavorate ha fatto segnare un +8,4%, mentre per i lavoratori iscritti l’aumento risulta del 6,9%. Il risultato complessivo dei primi nove mesi del 2020, si porta, rispettivamente, a -16,8% e a -3,1% su base annua.