Nel mese di maggio 2018, l’Italia ha raggiunto il poco invidiabile primato del secondo posto nella classifica dei prezzi alla pompa più alti d’Europa; prima di lei solo la Svezia (fonte: ec.europa.eusviluppoeconomico.gov.it).

In fondo alla classifica, con i valori del costo del gasolio più bassi, manco a dirlo, Lettonia, Lituania, Polonia, Bulgaria; un dato che rispecchia il + 21,6% ed il + 39% dei chilometri percorsi in Europa dai vettori, rispettivamente, di Polonia e Bulgaria ed il clou del + 55% di quelli percorsi dagli autotrasportatori della Romania (fonte: rivista TIR).

Il fattore costo del carburante è una variabile che incide tra il 30% e il 40% dei costi di gestione delle imprese di autotrasporto italiane ed il suo continuo andamento al rialzo ha contribuito in maniera determinate ad un decremento del trasporto merci nazionale del 9,4% (periodo 2013 -2016 = fonte TIR ), e conseguentemente alla cessazione di quasi 27 mila imprese nel periodo 2008 – 2017 (fonte: movimprese – elaborazione dati CNA Fita).

Insomma, il posto delle imprese italiane è stato preso dai vettori esteri con conseguente perdita per il Paese, di opportunità di lavoro, di entrate in termini di tasse, imposte, contributi ma analogo, se non maggiore, livello di inquinamento.

Ecco perché a salvaguardia delle imprese di autotrasporto italiane e del benessere del Paese, OCCORRE UNA CONSISTENTE RIDUZIONE DEL COSTO DEL CARBURANTE in termini di tassazione fiscale ed accise.

In Italia, nonostante un costo industriale del gasolio in linea con gran parte dei Paesi europei (11° posto, in ordine crescente di costo industriale del gasolio), tassazione ed accise incidono sul prezzo alla pompa per il 59,19% (fonte: elaborazione CNA Fita su dati della Comunità Europea) e le assegnano, anche in questo caso, il secondo posto per maggiori imposte applicate, dietro al solo il Regno Unito. Il Lussemburgo con il 44,12% è il Paese con la più bassa incidenza delle imposte. Polonia, Romania, Bulgaria ma anche Spagna, hanno una incidenza delle imposte pari ad una media del 47,33%, 12 punti percentuali in meno dell’Italia.

Tredici nazioni su ventotto hanno fatto la scelta di tenere le imposte sul gasolio sotto il 50% del costo complessivo alla pompa (Austria, Lettonia, Slovacchia, Grecia, Danimarca, Ungheria, Svezia, Polonia, Romania, Spagna, Lituania, Bulgaria, Lussemburgo): chiediamo che anche l’Italia faccia la stessa cosa ridando così competitività alle imprese di autotrasporto ed al Paese intero!

Con queste differenze non c’è partita. Se a questo aggiungiamo l’assenza delle agevolazioni fiscali, l’autotrasporto italiano collassa!