pedaggi

Alberto Papotti (CNA): senza risposte, partire subito con i collegamenti con le autostrade e con la sistemazione del Canaletto in direzione Modena

“Il 2021 dovrà essere l’anno decisivo (a dire il vero, l’ennesimo…) per la Cispadana: o si avvieranno i cantieri, oppure sarà meglio concentrarsi su interventi tampone, magari in grado di non risolvere tutti i problemi in un’unica soluzione, ma quanto meno capaci di offrire risposte in tempi umani ai problemi del territorio dell’Area Nord”. La considerazione è di Alberto Papotti, segretario provinciale di CNA, alla luce delle difficoltà palesate recentemente anche dall’assessore regionale Corsini.

La liquidazione dei soci privati prevista nel Decreto Ristori e la costituzione di una società composta solo dal pubblico potenzialmente potrebbe avere risvolti positivi, ma i dubbi in tale direzione, anche a causa dell’attuale situazione politica, secondo l’Associazione sono del tutto giustificati.

“Noi, questo deve essere ben chiaro, continuiamo a considerare indispensabile l’autostrada Cispadana, anche perché tutte le indagini economiche dimostrano come oggi lo sviluppo si giochi più sugli assi che sui singoli centri. E la Cispadana è uno di questi. Tuttavia, se non arriveranno risposte concrete, ovvero i cantieri, sarà importante concentrarsi su alcune opere indispensabili all’Area Nord, a cominciare dalla realizzazione, con le risorse disponibili e sulla base dei tracciati già ipotizzati, di un collegamento a due corsie, una per senso di marcia, tra Concordia e Reggiolo e tra Finale e Sant’Agostino, che permetterebbero si facilitare l’accesso di due importanti distretti industriali, come Mirandola e Finale-Emilia, rispettivamente alla A22 e la A13”.

“L’altro aspetto importante – continua Papotti – è il collegamento con Modena sulla Statale 12, la cui necessità è stata sottolineata anche dal presidente della Regione Bonaccini alla nostra recente assemblea annuale. Se l’autostrada Cispadana, che rimane l’infrastruttura più necessaria al nostro territorio, non dovesse vedere la luce, non ci sarebbero più alibi per la modernizzazione di un percorso che, in alcune fasce orarie, può richiedere anche più di un’ora per percorrere una trentina di chilometri”.