Attività a “luci rosse” spacciate per centri estetici. Ancora una volta il mondo dell’estetica si trova a dover fare i conti con un problema che sfrutta il suo nome, ma che con il suo mondo non ha niente a che fare. È di pochi giorni fa la notizia della chiusura di due centri gestiti da cinesi a Modena: luoghi destinati a trattamenti di bellezza, ma che, come emerso dai controlli, sono risultati essere veri e propri centri a luci rosse.
Alla base di questa vicenda, CNA vuole sottolineare come aprire e gestire un centro estetico è, giustamente, una questione seria e di tutto rispetto: prevede adempimenti normativi severi sul fronte dell’igiene e della sicurezza nell’ambiente di lavoro e richiede ore di formazione obbligatorie di corsi professionalizzanti, svolti presso enti riconosciuti e certificati.
Il caso dei centri a “luci rosse” è solo uno dei tanti problemi che affliggono questa categoria: pensiamo semplicemente ai tanti falsi professionisti che esercitano il mestiere di massaggiatore o di estetista senza averne i giusti titoli, magari anche in nero o a casa propria.
“I controlli sono necessari – afferma Luana Franzoni, presidente dell’Unione Benessere e Sanità di CNA Modena – e siamo grati alle forze dell’ordine per il loro lavoro e per il loro aiuto. Qualunque professionista con le carte in regola li sosterrà di buon grado, perché questi controlli danno credibilità alle qualifiche professionali. Proprio per questo CNA grazie ai rapporti in essere con le amministrazioni locali, in virtù del protocollo Imprese Vere, ha già avuto modo di segnalare casi di falsi attestati di abilitazione all’attività di estetica, sostenendo attivamente la lotta contro finti centri estetici e abusivi”.
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