È l’identikit del piccolo imprenditore quello che viene tracciato nell’ultimo rapporto Censis diffuso venerdì 4 dicembre 2015. Indipendente, innovativo, votato all’export, capace di sfruttare la crisi reinventandosi e sfruttando le opportunità offerte dalle evoluzioni tecnologiche. L’unica vera sveglia per un Paese caduto in un “letargo esistenziale collettivo”, una sorta di “limbo italico”, come lo ha definito il presidente del Censis, Giuseppe De Rita.

“Il Censis conferma quanto da noi più volte ribadito: è l’intraprendenza e il coraggio del nostro mondo, delle piccole e piccolissime imprese, a fare da traino alla crescita e alla ripresa dell’economia“, dichiara il Segretario Generale della CNA, Sergio Silvestrini. “Sono loro che contribuiscono fortemente a quel risultato straordinario per cui l’export vale il 29,6% del PIL: nove imprese esportatrici su dieci, infatti, sono di piccole dimensioni. Sono le stesse – continua Silvestrini – che hanno saputo inventare un nuovo stile italiano, mantenendo la qualità e il saper fare artigiano, ma aprendolo ulteriormente al mondo attraverso l’ibridazione e la digitalizzazione”.

“Gli italiani si confermano dei grandi risparmiatori: nei depositi delle banche, tra il 2011 e il 2015, sono arrivati 401,5 miliardi di euro, secondo il Censis. Se mettessimo in circolo questi capitali e fornissimo ulteriore linfa vitale alle piccole imprese – conclude Silvestrini – il nostro PIL crescerebbe ulteriormente e a beneficiarne sarebbe l’intero Paese, che non può permettersi di rimanere a lungo addormentato”.