Siamo preoccupati. Temiamo il riaccendersi di fenomeni speculativi sui prezzi dell’energia, a danno dei consumatori finali, che potrebbero deprimere ulteriormente la debole crescita del PIL, allontanando l’obiettivo dell’1,2%.
La situazione va monitorata benché non sia, fortunatamente, quella di tre anni fa.
Infatti, seppure le iniziative mirate a ridurre la dipendenza dell’Italia dalla Russia abbiano differenziato i nostri canali di approvvigionamento, rimane la necessità di rendere il mercato energetico meno soggetto ai picchi di costo derivanti da tensioni anche temporanee sui mercati internazionali dell’energia.


