Il “bonus facciate” si applica al restauro dei balconi anche se non si effettuano interventi sulle facciate. A chiarirlo l’Agenzia delle Entrate nella Risposta 191/2020 in cui aggiunge che risultano detraibili anche le spese sostenute per opere accessorie che servono per l’esecuzione dei lavori.

L’Agenzia ricorda che gli interventi su balconi o su ornamenti e fregi sono espressamente richiamati dalla norma; anche in una precedente Risposta veniva chiarito che la detrazione spetta per interventi di consolidamento, ripristino, inclusa la mera pulitura e tinteggiatura della superficie, o rinnovo degli elementi costitutivi dei balconi, degli ornamenti e dei fregi.

Di conseguenza, le Entrate specificano che il bonus facciate si applica anche agli interventi di restauro dei balconi senza interventi sulle facciate.

Sono, inoltre, ammessi al “bonus facciate” lavori riconducibili al decoro urbano quali quelli riferiti alle grondaie, ai pluviali, ai parapetti, ai cornicioni e alla sistemazione di tutte le parti impiantistiche che insistono sulla parte opaca della facciata.

Nella Risposta, viene chiarito che anche le spese sostenute per le opere accessorie che servono per l’esecuzione dei lavori agevolabili, comprese quelle per la direzione lavori e il coordinamento per la sicurezza, la sostituzione dei pluviali, accedono all’agevolazione.

Già nella circolare n. 2/E del 2020 l’Agenzia aveva sottolineato che la detrazione del 90% si applica anche per:

  • le spese sostenute per l’acquisto dei materiali, la progettazione e le altre prestazioni professionali connesse, comunque richieste dal tipo di lavori (ad esempio, l’effettuazione di perizie e sopralluoghi, il rilascio dell’attestato di prestazione energetica);
  • gli altri eventuali costi strettamente collegati alla realizzazione degli interventi (ad esempio, le spese relative all’installazione di ponteggi, allo smaltimento dei materiali rimossi per eseguire i lavori, l’imposta sul valore aggiunto qualora non ricorrano le condizioni per la detrazione, l’imposta di bollo e i diritti pagati per la richiesta dei titoli abilitativi edilizi, la tassa per l’occupazione del suolo pubblico pagata dal contribuente per poter disporre dello spazio insistente sull’area pubblica necessario all’esecuzione dei lavori).