Soluzioni organizzative e formative per la conciliazione di vita lavorativa e familiare, incentivi economici finalizzati al rientro dopo il parto e percorsi di aggiornamento delle competenze sono le tre leve su cui agire per rendere l’organizzazione del lavoro più inclusiva e il “fare impresa” più sostenibile.

In questa progettualità si inserisce il bando “#RiParto” del Dipartimento per le Politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, finanziato con una dotazione di 50 milioni di euro.

Le imprese che, in forma singola o aggregata (es. un consorzio o una rete, una ATI – associazione temporanea d’impresa-, ecc.), introducono o proseguono specifiche azioni di welfare aziendale che possano generare un impatto diretto sulle lavoratrici, sui nuclei familiari e indirettamente sulla collettività, anche locale, coinvolgendo stakeholders, possono partecipare al bando chiedendo il finanziamento pubblico.

La domanda di finanziamento deve riguardare un’iniziativa progettuale che deve essere compresa in un range di investimento minimo e massimo e che deve prevedere una quota di  compartecipazione alla spesa dell’impresa richiedente di entità variabile e crescente in funzione della crescita della dimensione aziendale, come declinato nel bando stesso. Possono partecipare al presente bando anche le microimprese che sono ammesse a presentare domanda di finanziamento per progetti dal valore di almeno 15.000 euro e con un obbligo di contribuzione alla realizzazione del progetto a carico delle stesse pari (almeno) al 10% del totale dell’importo richiesto. La compartecipazione ai costi del progetto nella misura minima prevista può avvenire anche mettendo a disposizione le risorse umane e/o propri beni e servizi quantificabili nella percentuale suddetta.

La durata delle azioni progettuali è fissata in 24 mesi e ai fini del computo della durata del progetto non sono presi in considerazione la rilevazione dei dati e le attività di studio finalizzati alla redazione del progetto.

Le proposte progettuali devono essere presentate, a pena di irricevibilità, entro le ore 12 del 5 settembre 2022, esclusivamente tramite PEC intestata al soggetto proponente o al capofila in caso di soggetti collettivi, all’indirizzo AvvisoRiParto@pec.governo.it

 

Il bando

Il bando #RiParto del Dipartimento per le Politiche della Famiglia vuole farsi carico del tema dell’inclusione delle donne e dell’empowerment femminile nel mondo del lavoro e, indirettamente, sostenere la crescita della natalità, sponsorizzando l’adozione, da parte delle imprese, di misure di “welfare aziendale”, ossia di iniziative di organizzazione del lavoro, di iniziative formative e di benefici economici a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori, per accrescere il benessere derivante da una conciliazione e armonizzazione dei tempi di lavoro e di cura familiare.

La candidatura al bando si sostanzia nell’elaborazione di una “proposta progettuale”. In particolare, il progetto deve descrivere le attività che l’impresa proponente intende realizzare, ove venga ammessa alle risorse del bando. L’utilizzo delle risorse finanziarie deve essere articolato dall’impresa proponente in un piano finanziario.

Le azioni di welfare proposte possono essere rappresentate da nuove azioni o azioni già intraprese: l’effetto delle nuove policy deve comunque sempre concretizzarsi nel miglioramento di azioni poste in essere nel contesto lavorativo o nell’introduzione di azioni ulteriori rispetto a quelle già attuate. Le azioni consolidate, già intraprese, dovranno invece essere descritte nella “relazione sulle attività in materia di conciliazione”, documento che illustra le attività di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro nel contesto lavorativo, poste in essere dal soggetto proponente negli ultimi due anni.

Si segnala che l’allegato 3 al bando può rappresentare un utile strumento per l’elaborazione di una progettualità diretta a sostenere le lavoratrici madri. Il documento è una scheda che identifica numerose categorie di azioni che le imprese, in base alle loro dimensioni e/o caratteristiche, potranno eventualmente adottare e combinare per costruire un sistema ragionato e coordinato di tutela e promozione delle donne nell’ambiente lavorativo.

In particolare, è utile che le misure vengano scelte anche in funzione della loro combinazione, al fine di implementare virtuosamente gli effetti di tutela e empowerment delle donne che vengono dal relativo mix.

Le misure possono essere di natura organizzativa (flessibilità oraria e contrattuale, permessi retribuiti aggiuntivi, ecc.), di natura formativa (aggiornamento al rientro dal lavoro) e/o di natura economica (incentivi alla natalità, sussidi e servizi assistenziali aggiuntivi, flexible benefit), nonché essere azioni dirette a creare un network con altri soggetti sul territorio al fine di dare stabilità alle azioni intraprese.

Il progetto sarà vagliato da una commissione che verrà insediata a tal fine e sarà soppesato sotto il profilo dell’innovatività, della concretezza e dell’efficacia delle azioni, nonché della loro economicità e sostenibilità. La valutazione di questi 5 criteri di merito determinerà l’attribuzione alla proposta progettuale di un punteggio e di un posizionamento dell’impresa proponente all’interno di una graduatoria che determinerà l’eventuale accesso alle risorse.

 

Per assistenza nella redazione dei progetti è possibile contattare CNA scrivendo a ferrari@mo.cna.it