“Se per gli acquisti di beni e materiali chiaramente comparabili, se non addirittura identici, la ricerca del risparmio è da ritenersi positivo, nell’ambito di prestazioni e servizi professionali questa scelta può trasformarsi in una spirale perversa, che danneggia i professionisti che investono risorse aziendali nella ricerca per migliorare la propria professionalità”. E’ l’opinione di Claudio Medici, presidente di CNA Modena, in merito agli appalti pubblici al massimo ribasso.
Questa tipologia di gare della pubblica amministrazione, che si svolgono prevalentemente sul MEPA (mercato elettronico della pubblica amministrazione), come ha ribadito più volte l’Associazione, non premiano la qualità del servizio.
“Non può convivere, nel mondo dei professionisti e degli artigiani, il basso costo con la qualità della prestazione – incalza Ferrari – poiché pur di aggiudicarsi la commessa, tutte le aziende, anche le più virtuose, tenderanno a proporre il prezzo più basso. Il risultato è una maggiore precarietà dei dipendenti dell’azienda nel tentativo dell’imprenditore di un contenimento dei costi fissi e un peggioramento dei rapporti nei confronti dei fornitori, a cui si chiede un contenimento dei costi di fornitura con un chiaro abbassamento del livello qualitativo dell’azienda stessa”.
La logica del massimo ribasso è quindi un impoverimento per i territori, sia dal punto di vista economico che culturale, agevolando le aziende meno qualificate in grado di adattarsi meglio alle richieste di sempre minor costo della prestazione professionale.
In alcuni casi la richiesta al prezzo più basso viene sostituita con l’offerta economicamente più vantaggiosa: “Scelta preferibile – continua il presidente CNA Comunicazione e Terziario – anche se troppo spesso delegata ai singoli funzionari che assumono in toto la responsabilità di tale scelta. Come CNA abbiamo sempre ribadito, a livello territoriale e nazionale, la necessità di eliminare il massimo ribasso per favorire la partecipazione alle gare delle piccole imprese locali e per garantire standard accettabili di qualità e sicurezza. E non solo per le imprese, ma anche per i cittadini, che questi appalti le pagano con le loro tasse e che hanno diritto ad avere la massima qualità nei lavori e nei servizi che ne conseguono”.
“A queste considerazioni – sottolinea Medici – si aggiunge una sorta di ostruzionismo delle stazioni appaltanti che, soprattutto nei lavori edili, non coglie le opportunità concesse dalla legge di suddividere i bandi in lotti, agevolando così la partecipazione delle imprese del territorio. Un tema, questo, sul quale abbiamo a lungo sollecitato le amministrazioni locali e che, per quanto ci riguarda, sarà al centro del dibattito politico in occasione delle elezioni amministrative del 2019”.
“E’ appena il caso di ricordare – conclude Giuliano Ferrari – che persino Papa Bergoglio ha puntato la sua attenzione verso le pubbliche amministrazioni che «quando indicono appalti con il criterio del massimo ribasso», non rispettano la dignità dei lavoratori e così facendo «credendo di ottenere risparmi ed efficienza, finiscono per tradire la loro stessa missione sociale al servizio della comunità». Dare dignità al lavoro di artigiani e piccole imprese è la missione della nostra Associazione e continueremo a mantenere alta l’attenzione su questo meccanismo dannoso per l’economia e la collettività”.