“Apprendiamo dalla stampa, in seguito al Consiglio Comunale di ieri, della decisione della Giunta di aumentare l’addizionale Irpef del Comune di Modena, un aumento che oscillante tra i 35 e gli 80 euro all’anno. Nulla di particolarmente eclatante, si potrebbe dire. Il fatto è che questa manovra va in senso contrario alle richieste già manifestate al Comune in sede di discussione di bilancio. Ma c’è di più: la decisione di aumentare l’Irpef cade in un momento di grande difficoltà per le imprese del territorio. L’emergenza sanitaria in corso, infatti, sta rendendo estremamente precario il contesto economico: i segnali che stiamo ricevendo da tutti i comparti sono estremamente negativi, probabilmente peggiori di quelli del biennio 2012/2013. Ci chiediamo allora: non sarebbe stato meglio posticipare capitoli di spesa per la dimensione complessiva dell’aumento fiscale previsto (1,8 milioni di euro) in attesa di capire meglio l’evolversi della situazione economica?” E’ il commento di Cna e Lapam alle notizie diffuse oggi dai mezzi di informazioni, circa la manovra del Comune di Modena.
“Stiamo parlando – continua la nota – dell’1,36% del totale degli investimenti e dello 0,75% della spesa corrente. Ci pare allora quantomeno un alibi affermare che questo aumento sia necessario per garantire la qualità dei servizi. Altro alibi è dire che il sostegno della spesa pubblica rappresenti un volano per la crescita. Questo sarebbe vero, se la spesa non fosse alimentata da imposte. Soprattutto, sarebbe vero se questi investimenti ricadessero sulle imprese del territorio. Ci siamo presi la briga di verificare gli affidamenti del Comune di Modena nel periodo luglio/dicembre 2019. Su sei appalti in campo edilizio, soltanto uno (pari al 2,7% del valore complessivo di questi) è andato ad un’azienda modenese”.
Le Associazioni sottolineano anche il metodo con cui si è arrivata a quella che è ormai una decisione. “Sarebbe bene che il tavolo che ha portato alla stesura del Patto per Modena fosse uno strumento di confronto anche su argomenti come questo, molto concreti, andando oltre ai grandi temi di visione. In altre parole, non basta accennare di questa eventualità, come avvenuto, occorrerebbero reali percorsi condivisi e partecipati. E non è solo la questione dell’aumento Irpef: è assolutamente mancato anche un confronto sulla nuova Imu, imposta che dovrebbe sostituire le attuali Imu e Tasi. Avevamo chiesto di poter verificare in via preventiva il regolamento applicativo della nuova imposta e le nuove aliquote, ad oggi, però, non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione in merito”.
“Si può essere d’accordo sugli obiettivi della manovra, ma le azioni, i tempi di applicazione e le modalità con cui si è arrivati a queste scelte lasciano nel primo caso perplessi, nel secondo e nel terzo assolutamente amareggiati”, concludono Cna e Lapam.

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