La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inapplicabilità dell’addizionale provinciale sulle accise sull’energia elettrica pagate nel 2010 e nel 2011, in quanto ritenute incompatibili con la normativa comunitaria (e per questo abolite nel 2012) e quindi illegittime.

Le sentenze della Suprema Corte di Cassazione non hanno valore di legge e, quindi, non determinano l’automatico rimborso delle accise sull’energia elettrica illegittime. In ogni caso, è molto probabile che il pronunciamento della Cassazione sia tenuta in caso di eventuali controversie legale che dovessero rendersi necessarie per recuperare le imposte versate. In altre parole, le sentenze permettono di avere un supporto normativo per ottenere il rimborso di quanto versato indebitamente nel corso del 2010 e 2011 (biennio nel quale venivano applicate tali addizionali ai consumatori finali).

Per ottenerlo è necessario innanzitutto realizzare un’istanza di rimborso indirizzata agli uffici competenti.

Peraltro, il termine di prescrizione per la richiesta è 10 anni. Sarà quindi possibile richiedere il rimborso del mese di febbraio 2010 entro febbraio 2020 delle accise sull’energia elettrica illegittime e così a “scalare” per i prossimi mesi. E’, quindi, estremamente urgente procedere con il tentativo di recupero delle addizionali provinciali, per non perdere neanche un mese di rimborso.

Un punto importante è definire la convenienza della presentazione dell’istanza di rimborso. La pratica, infatti, ha dei costi fissi relativi al fatto che è necessario raccogliere tutte le bollette elettriche del biennio 2010/2011, individuare i fornitori (spesso diversi), calcolare l’imposta addizionale non voluta, preparare ed inviare la richiesta. Un’operazione per la quale CNA ha previsto un costo di 250 euro (più iva).

A questo costo fisso devono essere poi aggiunti le spese legali, qualora si rendesse necessaria un’azione giuridica, a fronte di un diniego del fornitore. CNA, per il contenimento di questi costi, sta stipulando accordi con studi legali e verificando la possibilità di una class action.

Per valutare la convenienza della richiesta di rimborso, CNA ha calcolato sommariamente alcune soglie per l’individuazione dell’entità del rimborso:

  • A fronte di una bolletta mensile di 500 euro, il rimborso totale si aggira sui 600 euro
  • A fronte di una bolletta mensile di 2.000 euro, il rimborso totale è di circa 2.000 euro

Per valutare le singole posizioni aziendali e verificare come muoversi per l’eventuale richiesta di rimborso, è possibile contattare le sedi CNA, premunendosi di raccogliere tutte le bollette del biennio 2010/2011 relative all’energia elettrica.