È finalmente approdato alla Camera dei Deputati il testo del disegno di legge “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019”, che contiene, all’articolo 2, misure importanti per il settore costruzioni.

In allegato una scheda di sintesi che rappresenta nel dettaglio le misure contenute all’articolo 2 del disegno di legge dal titolo “Detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione edilizia, riqualificazione antisismica, riqualificazione energetica e acquisto mobili e credito d’imposta per strutture ricettive”.
Complessivamente si tratta di un impegno forte da parte dello Stato per dare avvio ad un importante processo di trasformazione del patrimonio edilizio residenziale nel nostro Paese, andando ben oltre lo schema abituale dell’ecobonus.

È opportuno segnalare (con particolare riferimento alla riforma dell’ecobonus contenuta nel disegno di legge) che quest’ultima si indirizza esplicitamente al miglioramento della qualità dell’involucro degli edifici anche condominiali: vale a dire quelle attività che finora l’ecobonus non è riuscito a stimolare, se non in misura quasi trascurabile.
Il nuovo schema potrebbe rappresentare un concreto impulso ad eseguire gli interventi di riqualificazione energetica con la giusta priorità: la riqualificazione degli involucri consente, infatti, di dotare il condominio di impianti efficienti e correttamente dimensionati, vale a dire con potenza sensibilmente inferiore a quella attualmente richiesta. Ciò significa, inoltre, che potrebbe essere semplificato il ricorso alle fonti di energia rinnovabili per il minor fabbisogno di energia richiesto. Si tratta in sintesi di un provvedimento che va nella giusta direzione della trasformazione degli edifici ad energia zero, così come richiesto da tempo dalle istituzioni europee.
Infatti, il nuovo meccanismo è studiato in modo da premiare maggiormente gli interventi più estesi e profondi: rispetto all’usuale detrazione del 65%, vi è una maggiorazione del 5% per gli interventi di ristrutturazioni di secondo livello (che riguardano il 25% dell’involucro disperdente dell’edificio), con una ulteriore maggiorazione del 5% nel caso si migliori la prestazione energetica invernale/estiva dell’intero edificio.

Molto interessante e condivisibile risulta essere anche tutta la parte che tratta dell’intervento nelle zone colpite dal sisma.

Una preoccupante arriva però dalla possibilità di cedere il credito di imposta, riferito alla detrazione fiscale degli incentivi, alle imprese che realizzano gli interventi ed altri soggetti privati, con esplicita esclusione degli istituti di credito e finanziari nel caso del sismabonus.
Su questo, come CNA, abbiamo già convenuto che sarà veramente difficile, se non impossibile, individuare imprese che anticipano le spese degli interventi ai privati cittadini, attendendo 10 anni di recuperarle dallo Stato (evidentemente c’è chi non ha capito che il settore è in crisi da 10 anni e le imprese non hanno liquidità da investire).
Inoltre, non si capisce bene chi siano questi “altri soggetti privati” che potrebbero acquisire il credito (ci risulta che in Italia il credito si può cedere solo a soggetti che legalmente possono fare queste operazioni di natura finanziaria). Detto ciò, resta il dubbio sul perché vietarlo agli istituti di credito e finanziari.

CNA Costruzioni auspica che si riproponga con forza la posizione già espressa da CNA a tal proposito, vale a dire la possibilità di cedere il credito d’imposta agli istituti di credito e finanziari. Ciò renderebbe possibile, semplice e concretamente utilizzabile ed utilizzato il citato dispositivo.