“Dispiace – commenta Umberto Venturi, presidente provinciale di CNA Modena – leggere quanto affermato oggi da Cinzia Franchini sul quotidiano Prima Pagina e quanto pubblicato ieri (giovedì) sul suo profilo Facebook. Dispiace perché la collega omette particolari non proprio insignificanti. Ad esempio, dimentica di dire che all’interno del settore autotrasporto, a livello nazionale e regionale, è in corso un confronto piuttosto aspro, rispetto al quale CNA Modena ha cercato di mediare queste tensioni. Lo abbiamo fatto il 28 ottobre 2015, quando convocammo una Direzione Provinciale – organo di cui Cinzia Franchini fa parte – invitando anche il Presidente Nazionale CNA, e lo abbiamo fatto qualche giorno fa. il 13 aprile, in una seconda Direzione convocata proprio per analizzare le criticità della rappresentanza della Confederazione e i rapporti con CNA Nazionale. Dispiace constatare che in entrambe le occasioni Cinzia Franchini abbia deciso di non partecipare, come del resto sta facendo ormai da un anno a questa parte. Dispiace, perché la collega avrebbe potuto partecipare attivamente al dibattito, perché la trasparenza, la democraticità è da sempre un prerequisito all’interno della nostra Associazione. Avrebbe potuto così scoprire come non si sia mai scaduti nella diffamazione, come lei invece afferma – accusa che CNA respinge fermamente – e come avrà modo di constatare leggendo i verbali”.

“Quanto all’illazione di una presunta, citiamo testualmente dal citato post: “strisciante denigrazione, indubbiamente finalizzata ad una precisa volontà di estromissione”, si tratta di affermazioni che vanno esplicitate e che comunque stridono rispetto a quell’effettiva attività di contrasto alla malavita organizzata che CNA Modena svolge quotidianamente, in diversi settori economici, esponendosi sia a livello associativo, con la partecipazione e l’organizzazione diretta di incontri su questi allarmanti fenomeni, sia a livello personale, come hanno, loro malgrado, potuto direttamente constatare alcuni nostri funzionari, a cominciare da Mirko Valente. Tutto il resto rimane, appunto, un’illazione”.

Sulla vicenda interviene anche il diretto interessato, proprio Mirko Valente. “Cinzia Franchini mi accusa di essere un untore, di utilizzare il suo comportamento per la legalità come un elemento negativo per la categoria dell’autotrasporto. Figuriamoci se il sottoscritto, che ha ricevuto direttamente le minacce, i bossoli, si sogna di affermare l’inutilità della lotta per la legalità. E’ esattamente il contrario. Dico che però non si può brandire la legalità come una clava per ridurre al silenzio la dialettica, il confronto. Non si può accusare tutto e tutti di essere delatori, o peggio, diffamatori, semplicemente perché si denuncia il fatto che si stanno perdendo di vista le questioni che interessano la categoria. Basterebbe parlare quotidianamente con gli autotrasportatori per accorgersi che i problemi più spesso denunciati sono la concorrenza sleale, il blocco del valico del Brennero, le deduzioni forfettarie, le novità del codice della strada, le accise, i costi che strangolano le imprese. Io dico che stiamo perdendo di vista questi problemi e anche su questi si fa la rappresentanza. Le tensioni all’interno della rappresentanza nel mondo dell’autotrasporto sono evidenti, a livello regionale e nazionale: possibile che sia sempre e solo colpa degli altri?”.

Anche il presidente di CNA Fita Modena, Franco Casadei, commenta la vicenda: “innanzitutto mi preme far notare che non è in corso alcuna emorragia di associati all’interno dell’Associazione, ma anzi come questi ultimi siano in aumento. Poi mi corre osservare come da oltre un anno la Franchini diserti le riunioni di CNA Fita, malgrado queste vengano organizzate tenendo conto degli impegni nazionali della Presidente. La quale, invece, da parte sua non ha esitato ad organizzare incontri tra i componenti del Direttivo stesso all’oscuro dell’Associazione e eventi, a Modena, senza nemmeno avvertire l’Associazione provinciale di cui fa parte. Tutti fatti dimostrabili, certo non vietati, ci mancherebbe, ma ben poco trasparenti e, fondamentalmente, anche poco etici”.