Un bilancio pesante, ma che testimonia un’assunzione di responsabilità da parte dell’Assemblea di CNA Servizi, la holding della CNA di Modena, che nella tarda serata di martedì, dopo una lunga discussione, ha approvato con 95 voti favorevoli e 9 astenuti il bilancio 2015. “Una partecipazione – commenta Cesare Galavotti, presidente di CNA Servizi – che merita un ringraziamento per il contributo dato in modo costruttivo alla discussione”.
Il bilancio 2015 si chiude con il riporto al prossimo esercizio di una residua perdita di 84.412 euro e un patrimonio netto che, dopo le coperture, risulta positivo per euro 3.614.293.

Emerge innanzitutto che la gestione caratteristica di CNA è positiva: grazie alle politiche di contenimento dei costi (senza ricorrere ad alcun licenziamento) e di riorganizzazione perseguite da due anni a questa parte, CNA Servizi registra nel 2015 un reddito operativo che supera i 677.000 euro.
La perdita 2015, è dovuta esclusivamente alla volontà di eliminare un volume di crediti di difficile incasso (perdite conclamate per 1,26 milioni e crediti ritenuti di difficile incasso prudenzialmente svalutati per 5,56 milioni). I crediti mantenuti in essere sono prevalentemente quelli correnti, peraltro certificati da una primaria società di recupero e gestione crediti.

Una decisione, quella della svalutazione, presa per mettere in sicurezza il futuro di CNA, nelle ultime settimane al centro di polemiche strumentali e irresponsabili, ben al di là della pura cronaca.

Vale la pena ricordare che una grande parte dei crediti rettificati sono originati, oltre che dalla crisi economica generale, dal sisma del 2012, che ha colpito una zona dove opera più di 1/3 dei soci CNA, con gravissime conseguenze sia in termini del numero dei soci attivi sia sulla tenuta finanziaria di molte imprese, e che ha comportato la completa distruzione di tre sedi CNA e una lunga inagibilità per altre sei.

La “perdita” di esercizio di 6,2 milioni di euro è stata compensata con le riserve accumulate negli esercizi precedenti e le rivalutazioni degli immobili rese possibili dalla Legge di Stabilità 2016, quindi senza fare ricorso a manovre straordinarie di bilancio e senza intaccare il capitale sociale.

Con 61 voti a favore su 79 votanti, l’Assemblea ha anche confermato il CdA per un altro mandato (composta dall’attuale Presidenza, con l’ingresso di Andrea Tosi e Mauro Roncaglia), non senza polemiche legate non tanto ai nomi, quanto alle modalità della nomina. “Abbiamo rispettato le regole di uno Statuto evidentemente obsoleto, che dovrà essere adeguato ai tempi e alla nuova rappresentanza, ma non potevamo lasciare CNA senza un Consiglio di Amministrazione, e per questo abbiamo ritenuto opportuno approvarlo con le regole esistenti. Peraltro, in occasione del rinnovo della Presidenza CNA (prevista per il prossimo anno), se questa non sarà confermata, il CdA rimetterà ovviamente il proprio mandato”, commenta il Presidente Umberto Venturi.