Nel nostro Paese, il tasso di irregolarità nelle attività di acconciatura ed estetica risulta pari al 27,6%. Si tratta del valore più alto osservato tra i vari settori e che supera di gran lunga quello medio nazionale (14,4%) (*Dati forniti dall’ Area Studi CNA): un dato evidentemente inaccettabile, aggravato dalle conseguenze della pandemia.

L’emergenza Covid ha, infatti, rappresentato una manna per gli abusivi che hanno continuato ad operare indisturbati, nonostante le chiusure imposte ai centri regolari dal governo, intensificando, anzi, la loro attività senza rispettare alcun protocollo o misura di sicurezza.

Ma purtroppo la minaccia alla sopravvivenza degli operatori regolari arriva anche da un altro fenomeno, attuale e molto diffuso ma, purtroppo, ancora poco noto alle autorità preposte al controllo e alle stesse istituzioni.

Parliamo delle piattaforme online che propongono servizi di acconciatura ed estetica a domicilio e che stanno proliferando, soprattutto nelle grandi città, senza curarsi dei limiti imposti dalla normativa di settore e dai regolamenti comunali che, in accordo con le norme nazionali, disciplinano le attività di estetica.

È importante quindi fare chiarezza al riguardo, in modo che cittadini e istituzioni sappiano come comportarsi rispetto a queste realtà.

L’esercizio delle attività di acconciatura ed estetistica hanno trovato la propria regolamentazione quadro con Leggi nazionali (emanate rispettivamente nel 2005 e nel 1990). Con questi provvedimenti ne sono stati fissati i requisiti, l’ambito e le modalità di svolgimento, affidando alle Regioni il compito di emanare norme di programmazione relative all’esercizio dell’attività e di dettare disposizioni ai Comuni per l’adozione dei regolamenti attuativi delle leggi stesse.

In forza degli atti normativi richiamati, per esercitare in modo autonomo l’attività, i soggetti in possesso della qualifica professionale di acconciatore o estetista ottenuta attraverso le modalità stabilite dalle rispettive leggi, devono essere obbligatoriamente iscritti all’Albo delle imprese artigiane o al Registro delle imprese (nel caso si tratti di impresa non in possesso dei requisiti artigiani).

In altre parole, per esercitare in forma autonoma l’attività di acconciatura o estetica non è sufficiente avere la qualifica e non è sufficiente avere la partita IVA, ma è necessario altresì che l’operatore disponga di una stabile organizzazione d’impresa.

Non solo. La legge e i regolamenti comunali attuativi stabiliscono che le attività di acconciatore o estetista possono essere esercitate solo occasionalmente a domicilio del cliente (da parte di imprese già autorizzate in sede fissa) ed esclusivamente nei confronti di persone inferme, con gravi difficoltà di deambulazione, ovvero per particolari e straordinarie occasioni (come nei casi di persone impegnate in cerimonie, in attività di moda e di spettacolo).

È chiaro quindi che, seppur non si possa affermare che lo strumento della piattaforma online per i servizi di acconciatura ed estetica a domicilio sia di per sé illegale, è necessaria un’attenta verifica da parte degli organi che svolgono le attività di autorizzazione e controllo affinché le piattaforme online garantiscano effettivamente il rispetto delle norme di settore.

“In gioco” – afferma Massimiliano Peri, Presidente Nazionale dell’Unione CNA Benessere e Sanità – “c’è la sopravvivenza di migliaia di imprese e imprenditori che quotidianamente affrontano costi di gestione sempre più elevati, ma necessari per garantire qualità e sicurezza del servizio e rispettare tutte le norme a tutela dei propri collaboratori e lavoratori dipendenti”.

Le imprese del settore – continua Peri – avvertono con forza la necessità di interventi incisivi in tema di abusivismo, in tutte le sue forme. L’abusivismo nei comparti della cura della persona, infatti, oltre a mettere a repentaglio la salute dei clienti, getta discredito sulle imprese che operano nel rispetto della legalità.

Al fine di sensibilizzare i cittadini sull’importanza di affidarsi esclusivamente a chi opera nella legalità e richiamare le istituzioni sulla necessità di uno sforzo straordinario nella lotta al dilagare del fenomeno, CNA Benessere e Sanità prosegue con la campagna di comunicazione che pone al centro il tema della legalità.

L’intento della campagna è quello di mettere in luce gli aspetti positivi del lavoro regolare. Lavorare nella legalità vuol dire, infatti, tutelare la salute dei cittadini offrendo servizi sicuri e di qualità. Allo stesso tempo chi lavora nella legalità tutela i propri lavoratori, sostiene l’economia del Paese e lo sviluppo delle imprese.

La campagna di comunicazione, lanciata nuovamente nel 2023, visto l’enorme successo in termini di adesioni e interesse riscontrato da parte degli operatori nell’anno precedente, si articola su un calendario di iniziative che coinvolge attivamente acconciatori ed estetiste nelle attività di diffusione e sensibilizzazione.

Per restare aggiornati sulle iniziative della campagna e ricevere i materiali, potete seguire la pagina Instagram o la pagina Facebook di CNA Benessere e Sanità

Ognuno potrà fare la sua parte condividendo i post sui propri social, pubblicando contenuti coordinati e esponendo le locandine nella propria impresa.